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Riporto le mie preferite
Baudelaire, L'héautontimorouménos Ti colpirò senza collera né odio, come un macellaio, come Mosé la roccia! e farò della tua palpebra Per abbeverare il mio Sahara (farò) sgorgare le acque della sofferenza. Il mio desiderio gonfio di speranza nuoterà sulle tue lacrime salate Come un vascello che prende il largo! E il mio cuore, che essi (i singhiozzi) ubriacheranno i tuoi cari singhiozzi echeggeranno come un tamburo che batte la carica! Non sono io forse un falso accordo nella divina sinfonia, grazie all'Ironia vorace che mi scuote e morde? Sta nella mia voce la strillona! E' tutto il mio sangue, quel nero veleno! Sono lo specchio sinistro in cui la megera si guarda! Sono la piaga e il coltello! Sono lo schiaffo e la guancia! Sono le membra e la ruota, la vittima e il carnefice! Sono il vampiro del mio cuore, -uno di quei grandi abbandonati, condannati al riso eterno e che non possono più sorridere. Cesare Pavese, "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla. Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti. (PS. Un cantautore del passato, Claudio Lolli, ne ha anche fatto una canzone bellissima ) "Amore a prima vista" di Wisława Szymborska Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. E’ bella una tale certezza ma l’incertezza è più bella. Non conoscendosi prima, credono che non sia mai successo nulla fra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi? Vorrei chiedere loro se non ricordano – una volta un faccia a faccia forse in una porta girevole? uno “scusi” nella ressa? un “ha sbagliato numero” nella cornetta? – ma conosco la risposta. No, non ricordano. Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio il caso stava giocando con loro. Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando un risolino si scansava con un salto. Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o il martedì scorso una fogliolina volò via da una spalla all’altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell’infanzia? Vi furono maniglie e campanelli in cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio. Ogni inizio infatti è solo un seguito e il libro degli eventi è sempre aperto a metà. "Tu non ricordi" di Michele Mari Tu non ricordi ma in un tempo così lontano che non sembra stato ci siamo dondolati su un’altalena sola Che non finisse mai quel dondolio fu l’unica preghiera in senso stretto che in tutta la mia vita io abbia levato al cielo. "Il balcone" di Charles Baudelaire O madre dei ricordi, amante delle amanti, o tu che assommi tutti i miei piaceri, tutti i miei doveri. Ricorderai la bellezza delle carezze, la dolcezza del focolare, l'incanto delle sere, madre dei ricordi, amante delle amanti? Le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni e le sere al balcone, velate da vapori rosa. Come il tuo seno m'era dolce, il tuo cuore fraterno! Noi abbiamo pronunciato spesso imperiture parole, le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni. Come sono belli i soli nelle calde sere, come lo spazio è profondo, il cuore possente! Curvandomi su di te, regina fra tutte le adorate, credevo respirare il profumo del tuo sangue. Come sono belli i soli nelle calde sere! La notte s'ispessiva come un muro, i miei occhi indovinavano al buio le tue pupille e io bevevo il tuo respiro, o dolcezza mia, mio veleno, mentre i tuoi piedi s'addormentavano nelle mie mani fraterne. La notte s'ispessiva come un muro. Conosco l'arte di evocare gli istanti felici: così rividi il mio passato, accucciato fra i tuoi ginocchi. Perché cercare la tua languida bellezza fuori del tuo caro corpo e del tuo cuore così dolce? Conosco l'arte di evocare gli istanti felici. Giuramenti, profumi, baci senza fine rinasceranno da un abisso interdetto alle nostre sonde così come risalgono al cielo i soli, rinvigoriti, dopo essersi lavati nel profondo dei mari. O giuramenti, profumi, baci senza fine! (da "I fiori del male") Edited by *La Guerriera della Luce - 5/4/2021, 22:14 |