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Festa di compleanno

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view post Posted on 26/4/2016, 21:33     +1   -1
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INTJ, Sigma female

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Racconto tratto dal web, da: http://racconti-erotici.allagrande.com/rac.../news/00007.asp




Monica, la mia amante, festeggia il suo venticinquesimo compleanno.
Lavoriamo a stretto contatto di gomito, nello stesso reparto di chirurgia generale. Incrociandola nello spogliatoio, prima di prendere servizio, le ho promesso che esaudirò ogni suo desiderio.
Se le nostre colleghe di lavoro venissero a conoscenza del rapporto affettivo che ci lega ne resterebbero scandalizzate, perché la gente giudica indecente il legame d'amore che s'instaura fra due donne, ma non è facile, per chiunque, vivere liberamente la propria omosessualità senza subire condizionamenti di sorta. Il sesso nel nostro rapporto non è tutto e nemmeno lo è il sentimento d'amore che nutriamo una per l'altra.
Monica è davvero speciale. La primitiva attrazione che ho avvertito nei suoi confronti fin dall'inizio della nostra relazione è andata vieppiù trasformandosi in passione ed ora non mi da più pace. Prima di lei ho avuto altre storie, altri amori, ma nessun'altra compagna di letto ha saputo appagare i miei sensi come ha fatto lei. Il dominio che esercita su di me non è solo fisico, ma soprattutto morale e intellettuale. Mi ha resa sua schiava e sono compiaciuta del potere che esercita su di me perché mi fa sentire importante.

Sono lesbica. Lo sono da sempre, dalla nascita credo. Ma non ho in odio gli uomini. Quando mi domandano se nel rapporto sessuale con una donna mi manca qualcosa, rispondo che sono in grado d'avere un'erezione e mantenerla per ore, meglio di un uomo, rotolandomi in un letto, sfregando il mio sesso su quello della mia compagna, da sopra, da sotto, di fianco, facendola venire, sempre.
Monica mi ha fatto scoprire un mondo di cui ero all'oscuro, un mondo in cui la passione viene innalzata a grado superiore, privilegiando elementi quali la sottomissione, l'ubbidienza e la devozione.
Ci siamo conosciute qualche mese fa, quando ha preso servizio in clinica. Fra di noi si è subito instaurato un rapporto di simpatia e complicità che è andato oltre la semplice comunanza. Una sera, poche settimane dopo la sua venuta in clinica, incrociandomi nell'ascensore, mi guardò negli occhi e mi spinse contro una parete del vano mobile, poi mi attirò a sé facendomi assaggiare il sapore della sua bocca. Subii il furore dei suoi baci senza reagire, fintanto che le sue labbra schiusero le mie inumidendo i denti che tenevo congiunti ma che aprii quasi subito lasciandomi penetrare dal flusso scabro della sua lingua.

Provo un'attrazione primordiale per Monica, né subisco il fascino e sono lusingata dalle carezze che offre ad ogni anfratto del mio corpo. Subisco l'arte della sua seduzione e non so starne lontana. Lei ordina ed io ubbidisco. Una cagna in calore: quella sono io per lei.
Sono conscia che il nostro rapporto potrebbe interrompersi da un giorno all'altro, durare fino alla prossima estate o magari continuare all'infinito.
Quello che so è che appena troverà un posto di lavoro in un ospedale vicino a casa se ne tornerà in Calabria e mi lascerà sola, a rimpiangerla.

Monica mi ha promesso una scopata selvaggia. Da stamani, incrociandomi nei corridoi della clinica, mi perseguita confidandomi che ha voglia della mia fica eccitandomi oltre misura. Voglio soddisfare ogni sua voglia, desidero che la sua bocca si adagi sul mio pube e adorni di freschi baci le labbra della mia passera accerchiando il clitoride di saliva, spompinandomelo fino a farmi urlare di dolore, e non m'importa se corriamo il rischio di farci scoprire da qualcuna delle nostre colleghe
di lavoro.

Abbandono il reparto con qualche minuto d'anticipo lasciando le consegne a una collega del turno pomeridiano. Carpisco dall'armadio del guardaroba un paio di lenzuola e scendo le scale per andare negli spogliatoi.
Il deposito dove sono ammucchiate le reti metalliche e i telai di letti è posto in una stanza attigua i gabinetti, poco oltre gli spogliatoi. La porta del locale è socchiusa. Sospingo l'uscio ed entro nel ricovero. La stanza è quasi completamente sgombra di letti. Da una piccola finestrella filtra la luce che illumina il locale e serve a dare aria all'ambiente. Afferro uno dei materassi fra quelli che stanno accatastati in un angolo della stanza.
Lo stendo sulla rete metallica di un letto e lo copro con uno dei due lenzuoli che mi sono procurata in reparto. Il cigolio della porta che si apre alle mie spalle mi avverte del sopraggiungere di qualcuno. Le braccia di Monica mi cingono la vita. Da lì mi sbottona la vestaglia di dosso e me la cava via, lasciandomi con indosso le sole mutandine e il reggiseno.
Respiro il delicato profumo dei suoi capelli sul mio viso mentre le sue dita si avventurano sui miei capezzoli e li accarezzano delicatamente.
Mi libero del velo che porto al capo e lo getto sul letto. Sciolgo i capelli e resto completamente nuda. La mia compagna mi circonda il collo di carezze e baci facendomi tremare e ondeggiare sulle gambe.
Monica mi attira a sé. Le sue labbra si schiudono sulle mie inumidendomi l'apertura della bocca. Le sento calde, morbide, delicate, come i petali di un fiore. La punta della lingua si spazientisce contro i miei denti che volutamente tengo serrati barricandomi dietro l'apertura, ultimo baluardo al gioco della mia resistenza. Lei non sembra spazientirsi, aspetta che io ceda ai suoi baci lasciando che la lingua penetri dentro di me.
C'inabissiamo una nell'altra inumidendoci le labbra di saliva, ingorde di tutto ciò che appartiene alla bocca dell'altra. La sua mano scivola nel mio fondo schiena fin dove le natiche si toccano. Entra nell'incavo lungo e stretto e con le dita scende giù fino a sfiorarmi il lume dell'ano per uscirne subito dopo provocandomi un intenso brivido di piacere. Monica mi trascina sul materasso e si tuffa con le labbra sulla mia fica leccandola e abbeverandosi in grande quantità. Non vedo il suo viso mentre esplora il mio pube e nemmeno vedo la sua bocca che ingorda lambisce ciò di cui ho più prelibato fra le cosce che nemmeno posso vedere. Mi sento confusa. Le accarezzo i rossi capelli e sospingo il suo viso verso il mio pube.

- Ancora...ancora - la supplico.

Soltanto dopo avere fatto la sua conoscenza ho compreso cosa mi mancava nella vita. Lei ha saputo riempire questo vuoto e ora sono felice.

Monica continua a succhiarmi il clitoride riempiendomi la fica di saliva. Arrischio a congiungere le cosce. Lei attanaglia le mie ginocchia con le mani tenendole scostate con la forza delle braccia.

- Basta... basta... ti prego... ti prego...- imploro.

La sua abnegazione non ha fine. Mi spoglio delle residue difese e mi abbandono in maniera definitiva al potere delle sue labbra. Il cuore mi pulsa in maniera disordinata, sono confusa. Monica è insaziabile, il ritmo forsennato con cui mi sta leccando la passera mi riempie di sudore in tutto il corpo eccitandomi a dismisura.

- Ancora... ancora...
- Vengo...vengo...
- Sì... sì... è bello... è bello.
- Godo... godoo... godoooo...

Mi tuffo nella sua fica cingendola d'assedio. Divarico le labbra per abbeverarmi del nettare che fuoriesce copioso dalla piccola fessura e di cui vorrei ubriacarmene fino a stare male. Scivolo con la lingua nell'intimità del suo corpo stimolando con l'estremità il suo clitoride, decisamente più in carne del mio. Passo la lingua sulla sommità del corpo erettile ungendolo di saliva, dopodiché assalto la radice e inizio a spompinarlo per intero fino a eclissarmi con la bocca in tutti i suoi recessi.
Lei ha una serie di orgasmi multipli molto più intensi rispetto a quelli che ha procurato a mein precedenza. Mi compiaccio nel sentirla fremere di piacere, sentirla urlare in questo modo mi illude di avere assimilato lo stesso suo potere, ma
so che non è così.
Monica incrocia le cosce fra le mie e inizia a sfregare il clitoride sulle labbra della mia fica. In perfetto accordo trasciniamo i nostri clitoridi, ritti e turgidi, uno sull'altro. Monica ha il sopravvento su di me e mi conduce a una danza che ormai conosco bene e mi eleverà all'estasi erotica.
Sto per addentrarmi in questo delirante piacere quando l'uscio della porta si apre e non siamo più sole.

- Troie! - strilla una voce maschile che credo di conoscere molto bene.

Riprendiamo a strofinarci infischiandocene di tutto e di tutti, consce che la vita è breve e non bisogna negarsi nulla.

Edited by *La Guerriera della Luce - 26/5/2016, 03:56
 
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