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E' legale mettere simili requisiti in un annuncio di lavoro?

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Mrs Hope
view post Posted on 18/8/2015, 18:50     +1   -1




Girando su internet mi sono imbattuta in un annuncio di lavoro come commesso in un negozio nel quale, oltre all’esperienza nel campo, si richiedeva espressamente “personale gay”. Ho idea che cercassero uomini, perché non hanno specificato che fosse rivolto ad entrambi i sessi...quindi non era proprio per me, però non ho potuto fare a meno di domandarmi: è legale cercare dipendenti in base alle loro preferenze sessuali, qualsiasi esse siano? Tra i requisiti per lavorare possono essere inserite anche quelle? Mi sembra strano, perché ad un datore di lavoro dovrebbero interessare solo la professionalità e la serietà dei candidati, e non con chi vanno a letto; ma magari sbaglio io, dato che sono inesperta in materia! :unsure: Che ne pensate?

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:16
 
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Kaporal_v
view post Posted on 18/8/2015, 19:12     +1   -1




No non lo sarebbe..

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:16
 
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FLEX it
view post Posted on 18/8/2015, 20:59     +1   -1




Tra un po' figurati se non diventerà obbligatorio assumere una percentuale gay ..............

Comunque secondo me sì.. io per la mia azienda posso decidere chi assumere, mica sono obbligato.

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:17
 
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Kaporal_v
view post Posted on 18/8/2015, 21:02     +1   -1




CITAZIONE
Si interviene, inoltre, sul cosiddetto "gender pay gap" vietando qualsiasi discriminazione, diretta o indiretta, relativa alle retribuzioni, sanzionando i datori di lavoro che discriminano le lavoratrici con l'ammenda da 250 a 1.500 euro e stabilendo, altresì, qualora il datore di lavoro non ottemperi alla sentenza che accerta la discriminazione, l'ammenda fino a 50.000 euro o l'arresto fino a sei mesi.

CITAZIONE
Il decreto legislativo n. 5/2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2010, serie generale n. 29, ha emanato il recepimento della Direttiva n. 54 del 2006 relativa al principio "delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego". Obiettivo del provvedimento è quello di evitare disparità di trattamento tra uomini e donne nel mondo dell’occupazione e sradicare ogni forma di disparità e discriminazione che ancora sopravvive negli ambienti di lavoro.

Il decreto prevede il divieto di discriminazione per ragioni connesse al sesso, allo stato di gravidanza, di maternità o paternità, anche adottive. Vengono garantiti l'accesso al lavoro, la parità di trattamento economico per la medesima mansione, la mobilità verticale nella carriera. Vengono inclusi, tra i fattori discriminanti, i trattamenti di sfavore subiti da chi ha rifiutato comportamenti indesiderati o molestie sessuali, espresse a livello fisico, verbale o non verbale, che violano la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e creano un clima intimidatorio e offensivo. Sanzionabili anche le discriminazioni cosiddette "indirette", ossia quelle provocate da disposizioni, prassi, atteggiamenti in apparenza neutri che mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di svantaggio rispetto ai lavoratori dell'altro sesso.

Si puoi assumere chi vuoi informalmente, ma formalmente, l'annuncio deve essere rivolto a chiunque, magari solo consigliando a quale categiria è rivolto..

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:17
 
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Il Principe Del
view post Posted on 19/8/2015, 12:24     +1   +1   -1




Allora premetto che io non sono un giuslavorista e quindi il diritto del lavoro non è il mio campo, per cui solo un collega che conosce nel dettaglio la materia potrebbe darti una risposta precisa, dettagliata e senza lasciare dubbi.
Siccome però dubito che qui ci siano giuslavoristi, provo a darti io una risposta superficiale.
A mio parere nell'annuncio di lavoro puoi scrivere, se si tratta di un'azienda privata, quello che vuoi.
In pratica è il datore di lavoro che sceglie e può benissimo farlo in base ai criteri che ritiene opportuni, financo bizzarri.
Il problema è poi il contenuto del contratto e le clausole che ci sono.
I rapporti di lavoro, tra l'altro, non sempre sono regolati solo da contratti individuali ma anche talvolta da contratti collettivi.
L'efficacia del contratto collettivo può essere estesa anche a chi non aderisce a una delle associazioni sindacali che lo ha stipulato, ma solo in limitate ipotesi. Se il contratto individuale contrasta con norme di legge, il giudice stabilisce il salario considerando le condizioni di trattamento economico contenute nel contratto collettivo. L'efficacia del contratto collettivo si estende anche a chi, pur non aderendo all'associazione stipulante, manifesta, con comportamenti concludenti ed in forma esplicita, la volontà di recepirne il contenuto.
Insomma il primo punto è capire se le clausole del contratto sono contrarie a norme di legge ma tu conosci solo il contenuto dell'annuncio e non il contenuto dell'eventuale contratto dopo l'assunzione e lì potrebbero esserci clausole nulle.

Non ho le competenze specifiche di un contrattualista, specie in questa materia ma penso che un annuncio del genere possa permettere a chiunque di poter aggirare l'ostacolo, nel senso che qui non parliamo di colore degli occhi (dato visibile) ma di un orientamento sessuale e per di più del tutto slegato dal tipo di lavoro che si viene a fare.
Che vuol dire questo?
Significa che se tu mi fai il colloquio di lavoro io potrei benissimo dirti di essere gay e poi tu durante lo svolgimento del rapporto di lavoro, vieni in qualche modo a scoprire che io non sono omosessuale.
Che fai a quel punto? Mi licenzi per giusta causa e cioè per violazione della buona fede nelle trattative o per violazione di clausole contrattuali evidentemente nulle?

Per licenziamento discriminatorio si intende la risoluzione del rapporto del lavoro messa in atto dall'azienda nei confronti del lavoratore per le credenze, le idee e le attività sostenute, esposte e realizzate dal dipendente dentro e fuori il posto di lavoro e/o per la sua stessa persona. I licenziamenti discriminatori, dunque, riguardano la fede religiosa, il credo politico, l'appartenenza razziale, la lingua e l'orientamento sessuale, mentre non comprendono motivazioni legate all'età e alle condizioni di salute psico-fisiche del dipendente e/o di suoi familiari e congiunti.

La normativa vigente non riconosce mai valido il licenziamento discriminatorio, qualunque sia la ragione addotta, la dimensione dell'azienda e la categoria di appartenenza del lavoratore (impiegato o operaio, quadro, dirigente), come esplicitato dall'Articolo 4 della Legge n. 604 del 1966: "il licenziamento determinato da ragioni di credo politico o fede religiosa, dall’appartenenza a un sindacato e dalla partecipazione ad attività sindacale è nullo, indipendentemente dalla motivazione adottata" e come ulteriormente specificato dall'Articolo 3 della Legge n. 108 del 1990: "il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie ai sensi dell’Art. 4 della Legge 15 luglio 1966 n. 604 e dell’Art. 15 della Legge 20 maggio 1970 n. 300, come modificato dall’Art. 13 della Legge 9 dicembre 1977 n. 903, è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’Art. 18 della Legge 20 maggio 1970 n. 300, come modificato dalla presente legge. Tali disposizioni si applicano anche ai dirigenti".

In base a quest'ultimo testo, in particolare, la normativa prevede che - come disposto dall'Articolo 18 - il dipendente licenziato per motivi discriminatori sia reintegrato o, in alternativa, concordi con il datore di lavoro un indennizzo di buonuscita.


Quindi in poche parole: riassumendo, secondo me il datore di lavoro può decidere di assumere chi vuole e seguire i criteri che vuole (a parte alcuni limiti che la legge impone anche alle aziende private) ma una volta che hai assunto il lavoratore che magari ha mentito sul suo orientamento sessuale non lo puoi licenziare.
Di conseguenza, se io ammetto di non essere gay al colloquio di lavoro tu legittimamente puoi non assumermi.
Se però mi assumi e dopo vieni a scoprire (in modo casuale) che non sono gay, se mi licenzi il tuo licenziamento è discriminatorio ed io posso tutelarmi davanti al giudice del lavoro (in quanto l'orientamento sessuale non incide, per un commesso, sullo svolgimento del lavoro).

Io la penso così :D

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:17
 
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Mrs Hope
view post Posted on 19/8/2015, 20:30     +1   -1




Ok, grazie, ora ho capito come funziona! :P

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:17
 
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Il Principe Del
view post Posted on 19/8/2015, 21:20     +1   -1




Beata te che lo hai compreso perché io non l'ho capito ancora con il caos che ci circonda! :D :woot:

Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 15:17
 
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