| L'Inquisizione puniva principalmente le eresie, vale a dire i reati "ideologici". Ma concedeva sempre la possibilità di abiurare, quindi era impossibile che accusasse qualcuno per errore: se venivi accusato di qualcosa che non avevi mai detto, ti bastava negarlo pubblicamente: a quel punto, per l'Inquisizione non importava se avevi mai professato una tesi eretica o meno, e ti lasciava andare (se avevano sbagliato persona, dovevano lasciarti andare: se eri un eretico, a quel punto avevi abiurato, quindi dovevano lasciarti andare comunque, e perciò non serviva più stabilire se eri colpevole o no). Solo chi era proprio convinto delle sue idee osava sfidare apertamente l'Inquisizione, e in tal caso veniva invitato a provare le sue tesi (anche a Galileo Galilei toccò questa sorte: ma le prove che portò, essendo basate su un metodo induttivo e non deduttivo, non furono accettate) . Se falliva, di nuovo gli veniva proposto di abiurare (il che avrebbe comportato il carcere) o la tortura (Galileo abiurò in questa fase, e fu condannato agli arresti domiciliari) . Alla fine, se ancora continuava a sostenere le idee considerate eretiche, veniva condannato al rogo: poteva ancora abiurare, e in tal caso al posto del rogo avrebbe avuto una esecuzione rapida.
Va detto che l'Inquisizione puntava a combattere l'eresia (o quello che considerava come tale), non gli eretici: giustiziare qualcuno era controproducente, perché rischiava anche di creare un "martire". Quello a cui puntavano di più era di ottenere l'abiura, perché era il modo migliore di fermare la diffusione di una ideologia: se colui che ha proposto per primo un'idea ammette pubblicamente di aver sbagliato, è probabile infatti che anche i suoi seguaci e sostenitori la abbandonino.
Edited by *La Guerriera della Luce - 27/5/2016, 13:48
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